XV ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI (3-28 ottobre)

I giovani, la fede e il discernimento vocazionale

Alojzij (Lojze) - Grozde, Martire, Laico della Slovenia

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Alojzij Grozde - portret Perko 1

Alojzij (Lojze) Grozde nacque il 27 maggio1923 in Slovenia del Sud. Era figlio illegittimo, il padre naturale non lo volle mai riconoscere come proprio figlio. Per questo motivo insieme con la sua  madre furono trascurati dai molti parenti. Quando Lojze aveva quattro anni la madre si sposò con un altro uomo. Siccome lei dovette lavorare molto nei campi dei contadini più ricchi  per mantenere se stessa e il figlio,   Lojze fu allevato piuttosto dai nonni materni e dalla zia.

L’ assenza della mamma, sempre molto impegnata nel  lavoro, causò a Lojze molta sofferenza. All’età di sei anni cominciò a frequentare la scuola elementare. Malgrado la sua situazione sfavorevole, fin da bambino  fu educato nella fede cattolica e nell’amore verso Dio e verso la patria. La sua profonda vita interiore traspariva già dalle sue composizioni scolastiche, nelle qualli  superava in tutto  i compagni per il suo maggiore sviluppo spirituale. Terminata con successo la scuola elementare, cominciò a frequentare il ginnasio-liceo a Ljubljana, città capitale della Slovenia.

 Durante lo studio, con l’aiuto dei benefattori, visse nel convitto diocesano (Marianum). Con la sua generosità nell'aiutare i compagni di scuola e di convitto, si conquistò la simpatia di tutti. Durante il tempo cominciò anche a comporre le poesie.  8 dicembre 1936  Lojze entrò nella Congregazione Mariana e si consacrò all'Immacolata. Alcuni anni dopo diventò pure il presidente della Congregazione Mariana. 

Il martire dell'Azione Cattolica

Durante  il liceo, alcuni membri dell'Azione Cattolica lo invitarono a partecipare alle loro riunioni. I loro ideali lo stimolavano ad affrontare nuovi impegni apostolici: voleva fare tutto per il regno di Dio, condurre anche altri giovani a Cristo, sacrificarsi per la salvezza delle anime. Era convinto, che proprio la Vergine Santissima, alla quale  era molto devoto, l'aveva portato  nell'Azione Cattolica per allargare l'orizzonte della sua vita spirituale e il suo campo d'azione. Coltivò in sè una fede sicura e ferma e lo spirito di sacrificio. La sua fede incrollabile lo rendeva ottimista. Nel suo diario aveva scritto: il giovane di Azione Cattolica deve essere sempre disposto ai sacrifici, perfino al martirio e alla morte. Attinse la forza per il suo apostolato laico dall' Eucaristia, alla quale partecipava quasi ogni giorno e dalla Comunione quotidiana.
Già durante il liceo aveva pensato spesso di farsi prete. Dopo la preghiera e una lunga riflessione decise,  che come laico dell'Azione Cattolica, avrebbe potuto fare di più per il Regno di Dio e per la salvezza dell' anime.

Avendo crescuto nell'età,  cresceva anche nella maturità umana e spirituale.  Lojze ebbe sempre un forte senso di appartenenza alla nazione  slovena, e allo stesso tempo intuiva il pericolo che veniva al popolo dalla rivoluzione comunista. Durante la seconda guerra mondiale la Slovenia fu occupata dagli Italiani e dai Tedeschi. Inoltre si è infiammata pure la guerra civile.

Il cuore non ha la paura

Per Natale 1942 Lojze desiderava ardentemente di recarsi a casa sua, nonostante il pericolo perché  in quel tempo la terra natale era piena dei partigiani comunisti. Lojze ebbe forte  desiderio di visitare la madre: infatti,  fu il tempo di Natale e con la visita avrebbe potuto condividere con lei la gioia della festa. 

Un pezzo di strada viaggiò con il treno. Malgrado i pericoli, il 1 gennaio 1943 giunse al monastero dei Cistercensi a Stična, dove si accostò alla comunione, per l’ ultima volta nella  vita. Poi proseguì il viaggio verso Mirna, dove partigiani l’afferrarono e lo sottoposero al primo interrogatorio, pensando che fosse stato il corriere anticomunista. Di sera lo trascinarono nella trattoria e da quel momento iniziarono a torturarlo. I capi dei partigiani  l’accusarono di essere una spia segreta dei militanti anticomunisti e gli intimarono di confessare i suoi intrighi ostili al popolo. Lojze, non avendo nulla da confessare, si rifiutò di dire bugie: presso di lui non hanno trovato niente altro che  un piccolo messale romano, il libro “Sequela di Cristo” di Tommaso da Kempis e alcune immaginette della Madonna di Fatima.

Durante l'interrogatorio Lojze  fu sottoposto ai lungi  tormenti e alle torture disumane che egli sopportò con grande forza d'animo, abbandonandosi alla volontà di Dio. Nella notte,  dopo una lunga tortura,  l'hanno trascinato dentro un bosco vicino e l' hanno ucciso. Come martire cristiano ha dato la vita ai soli vent’anni.
Il suo corpo gettato nel bosco hanno trovato quasi due messi dopo i bambini che raccoglievano i fiori di bucaneve. Era molto segnato dalle torture, ma non decomposto. L'hanno sepolto nel cimitero vicino al suo villaggio natale.

Quando si seppe della sua morte, fin dai primi momenti fu ritenuto il martire cristiano. Già un anno dopo la morte, è uscito il libro – biografia,  con il titolo: »Lojze Grozde – giovanotto del Cristo Re«.

 Per causa del regime comunista, per decenni di anni era proibito parlare di lui in pubblico. Il luogo di ritrovamento del corpo e la sua tomba sono diventati comunque una meta silenziosa dei pellegrinaggi, dove i cristiani di nascosto portavano candele e fiori e si affidavano alla sua intercessione.

L'Eucaristia Sole della mia vita

Papa s. Giovanni Paolo II.  l'ha definito “il discepolo di Cristo” e fu annoverato tra “gli eroici testimoni della Fede«. Processo per la beatificazione ebbe inizio nel 1992 e finì con la beatificazione nel 2010. Papa Benedetto XVI. ha detto all' Angelus: »Beato Grozde era particolarmente devoto dell’Eucaristia, che alimentava la sua fede incrollabile, la sua capacità di sacrificio per la salvezza delle anime, il suo apostolato nell’Azione Cattolica per condurre gli altri giovani a Cristo«.

Alojzij Grozde venne proclamato beato al Congresso Eucaristico Nazionale  a Celje, il 13. giugno 2010. Durante l'omelia il Segretario di Stato vaticano cardinale Tarcisio Bertone ha detto:»In questo senso possiamo ritenere un frutto della provvidenza divina il fatto che oggi io abbia potuto iscrivere tra i Beati un figlio di questa amata Nazione, Lojze Grozde. Egli, nella sua prima giovinezza, si era messo seriamente alla scuola di Gesù, presente nel Santissimo Sacramento e, in ginocchio, in una intensa e fedele pratica di adorazione eucaristica, aveva appreso che cosa significasse vivere la donazione totale, fino ad essere disposti a sacrificare la propria vita. Lojze, non ancora ventenne, è stato martirizzato per la sua fede, e così si è conformato in tutto a Gesù. Sia, quindi, il beato Lojze Grozde nostro modello e intercessore, e ci ottenga di essere sempre fedeli al Signore nella comunione fraterna della Chiesa«.

Beato Lojze Grozde è un simbolo di tutti gli Sloveni cattolici sottoposti al martirio durante e dopo la guerra a causa della loro fedeltà a Cristo e il suo esempio risplende anche oggi, particolarmente ai giovani del nostro paese.